Nel periodo di primavera, oltre 200 specie erbacee e di piante da frutto in tutto il mondo, sono vittime di un pericoloso parassita: il Myzus persicae.
Questo afide, insetto facente parte della superfamiglia di insetti fitomizi, ha tra i suoi obiettivi preferiti il pesco.
Un insetto che ha saputo adattarsi, riuscendo anche a sconfiggere i fitofarmaci che erano stati sviluppati per combatterne la sua azione devastante.
Gli esperti lo hanno classificato come l’insetto più pericoloso del pesco, in grado di danneggiare le sue foglie e i suoi germogli. Il danno più grande, però, è quello del blocco dello sviluppo della pianta, con successive necrosi sui vari organi.
L’Università Cattolica (Campus di Piacenza) ha formato un team di scienziati della facoltà di Scienze agrarie alimentari e ambientali guidato dall’entomologo Emanuele Mazzoni, per studiare questo tipo di parassita.
La ricerca è partita dalla stupefacente resistenza degli afidi agli insetticidi di ultima formulazione. 12 popolazioni di Myzus persicae (di cui 4 di origine italiana), differenti per architettura genetica. Gli scienziati hanno scoperto che ci sono popolazioni di questa specie che hanno mutato alcuni geni in grado di aumentare le capacità di distruggere la nicotina (si insediano anche nelle piante di tabacco). Grazie a questa mutazione che ha permesso di sviluppare una quasi immunità alla nicotina, gli afidi sono diventati resistenti ad alcuni insetticidi.
Il professor Mazzoni, a capo del team, è intervenuto dicendo: “Sapere quali sono i meccanismi di adattamento e di resistenza di questo afide permetterà di introdurre trattamenti più mirati per favorire strategie alternative di lotta integrata e, allo stesso tempo, sarà utile per mantenere più a lungo possibile l’efficacia dei pochi fitofarmaci attualmente disponibili, evitando interventi inutili e quindi dannosi per l’ambiente e per i consumatori”.
Gli ottimi risultati ottenuti dalla ricerca hanno conseguito la pubblicazione sulla prestigiosa scientifica Science Advances.
(Repubblica.it)